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IL MALATO
IMMAGINARIO
da Molière
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con Tommaso Parenti, Chiara Meriggi, Lorenzo Bittini, Eleonora Bassanti,
Ilaria Gori, Alessandro Vanni,
Carlo De Dominicis e Paola Cecchini
adattamento e regia di Tommaso Parenti
musiche originali di Giuditta Tomarchio
scenografia di Ilaria Ulivieri
MetropolisTeatro presenta il suo malato immaginario “senza tempo e di tutti i tempi”, costruito su un gioco teatrale che intreccia angoscia esistenziale, divertimento e satira delle nevrosi del nostro tempo.
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Trama
Molière racconta la storia di Argan, un francese anzianotto, convinto di essere gravemente malato, che si mette nelle mani di medici che non hanno la minima idea di quello che stanno facendo, inventando diagnosi e cure a casaccio per spennare il povero ingenuo. Il protagonista, tra una purga e un clistere, decide di dare la figlia Angelica in moglie a un medico, il quasi laureato Tommaso, figlio del suo medico (il Dottor Fecis), in modo da avere un medico all’interno della sua famiglia e, magari, addirittura in casa sua, così da avere le cure necessarie alla sua “malattia” in qualsiasi momento. Questa commedia, capolavoro di Molière, al secolo Jean-Baptiste Poquelin, è divertente, ironica, pungente, e presenta una non molto velata critica contro il mondo accademico, e in particolare quello medico. Infatti i medici danno l’impressione di essere degli incompetenti, che usano il latino per darsi un’aria più credibile elencando termini medici latini per confondere il paziente, in modo che creda a qualsiasi parola uscita dalla loro bocca; che interpretano gli stessi sintomi ognuno in maniera diversa, ognuno presenta una sua diagnosi e propone la sua cura (tutte le cure però consistono in purghe, clisteri, e infusi di erbe); e che disprezzano e rinnegano le nuove scoperte scientifiche in campo medico, quali la circolazione sanguigna.
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Note di regia
Abbiamo scelto di raccontare il malato immaginario sottolineando i toni brillanti, ironici, grotteschi che Moliére ci ha regalato. Tutto è ritmo; non ci si annoia mai con il malato immaginario. Lo abbiamo ambientato ad inizio Novecento a Parigi, cambiando così alcune pomposità legate all'ambientazione seicentesca.
Alcuni personaggi sono stati disegnati quasi come delle macchiette, prese in giro di quei medici ciarlieri dell'epoca. Ne abbiamo mantenuto il tono, pur cercando di non eccedere nelle sottolineature. La canzone prevista dall'autore è stata riscrittta da Giuditta Tomarchio ed abbiamo deciso di aggiungere altri brani, cantati in scena dagli attori, tanto da far diventare il malato immaginario una sorta di commedia musicale.